16 dicembre 2014

Libri dell'anno: noi diciamo Salinger, Dyer, Lagioia, Egan, Conrad...

Sono passati più di 60 anni dalla pubblicazione de Il giovane Holden e quasi cinque dalla morte del suo mitico autore, Jerome David Salinger, ma la figura dello scrittore che scelse la fuga dal successo continua ad affascinare. Tanto che la biografia Salinger di David Shields e Shane Salerno, pubblicata in Italia da Isbn, è, a nostro avviso, il libro dell'anno del 2014. 


Kilgore ne ha parlato con Massimo Coppola, direttore editoriale della casa editrice milanese: "Era un grande sovversivo a modo suo - ci ha detto a Torino - era un uomo molto sofferente, addolorato e al tempo stesso sovversivo, che ogni tanto ci fa immaginare di essere ancora tutti adolescenti, ed è una cosa che è bello provare, non troppo spesso, ma ogni tanto fa bene".

Grande eco e curiosità hanno suscitato anche le lezioni radiofoniche di Antoine Compagnon sul filosofo Montaigne, che Adelphi ha raccolto nel piccolo e ispiratore Un'estate con Montaigne, a dimostrazione del fatto che si possono toccare anche argomenti molto alti senza rinunciare alla piacevolezza e al successo. E, chi ci segue lo sa, questa cosa è molto cara al nostro magazine e, soprattutto, a BeBookers.

Venendo all'Italia, da segnalare il ritorno di un autore a noi particolarmente caro, Nicola Lagioia (la mia videointervista), che con il suo ultimo romanzo, La Ferocia (Einaudi), ha nuovamente raccontato con la sua lingua a tutto tondo il nostro Paese. "Viviamo in un mondo selvaggio in un mondo spietato e feroce - ci ha detto lo scrittore barese - ma siamo, forse non tanto per scelta o volontà, ma per grazia, capaci ogni tanto di sabotare quest'istinto. E questo è l'unico elemento di speranza in un mondo che, altrimenti, sembrerebbe non averne".


Come sempre imperdibili i libri dell'americana Jennifer Egan, il cui romanzo del 2006 La Fortezza, che Minimum Fax ha tradotto ora, è l'ennesima dimostrazione di quanto il talento della scrittrice non si faccia incasellare in definizioni semplicistiche e sappia sorpendere a ogni pagina, con un mosdo di fare quasi sfacciato (meravigliosamente sfacciato, ovvio). Stesso discorso che vale per i saggi miscellanei di Geoff Dyer la cui raccolta Il sesso nelle camere d'albergo, pubblicato da Einaudi, è un gioiello di atteggiamento e sguardo laterale. Un libro nel quale si legge una frase come "per diventare famoso devi essere il peggiore del mondo in qualcosa" va comprato, letto e amato a priori, anche senza cedere al peraltro irresistibile fascino della forma ibrida e sui generi della scrittura di Dyer.

Una citazione infine la meritano i due racconti del giovane Joseph Conrad raccolti da Matteo Codignola per Adelphi in Un avamposto del progresso, sconvolgenti e già totalmente calati nel cuore di tenebra del colonialismo europeo. E con loro due romanzi americani degli anni Settanta e Ottanta che escono finalmente anche in Italia: End Zone (Einaudi) di Don DeLillo, tra foootball e guerra nucleare, e Democracy (e/o) di Joan Didion, ancora un libro sul potere, sulla solitudine e sull'eccezionalità di alcune donne scritto da un'autrice unica.