Un mondo in cui accanto agli americani vivono i neutrodini e i Fetidi, dove la chirurgia estetica, che si avvale di organi di animali, serve a deformare più che ha ricostruire, dove le leggi cambiano di minuto in minuto - ma è possibile infrangerle se si possiede una dispensa e allora verrà punita la persona più vicina - e a cicli trentennali si verificano le Dimenticanze. E' questo l'universo alternativo che esce dalla scrittura potente di David Ohle, romanziere americano che travalica i generi e inventa un nuovo presente, fatto di umori corporei e satira sociopolitica, che oggi si presenta al pubblico italiano nel libro "L'Era di Sinatra", tradotto e pubblicato nel nostro Paese da Isbn edizioni con il significativo sottotitolo "Un romanzo molto strano". Un'opera senza dubbio degna dei migliori lavori del nostro Trout!
Quello dei romanzi di Ohle - scrive Mario Bonaldi nell'introduzione - è il mondo come si sarebbe sviluppato se una dozzina di miliardi di anni fa la materia si fosse aggregata con un atomo in più o in meno. La differenza, per diventare tale, può dipendere da uno scarto minimo, infinitesimale, delle condizioni di partenza". Basta questa piccola differenza però per dare vita a esseri che restano umani nelle emozioni e nei comportamenti, e forse soprattutto nelle assurde dinamiche che governano il potere, ma che fisicamente assomigliano a degli ibridi postmoderni e richiamano alla mente le figure della serie "Cremaster" dell'artista Matthew Barney. A metà strada tra la fantascienza - da cui mutua per esempio il tema del dopo-catastrofe, in questo caso rappresentata dall'ultima Dimenticanza - e la letteratura visionaria di Kafka, Beckett o William S. Burroughs, di cui la leggenda vuole che Ohle fosse il trascrittore dei sogni, "L'Era di Sinatra" è un romanzo che incide la pelle del lettore con la stessa precisione con cui i chirurghi sostituiscono i cuori umani con quelli di maiali o pecore, magari mettendone quattro - come nel caso del protagonista Moldenke - per compensare la minore capacità vascolare.
"Io tendo a considerare le mie opere - dice David Ohle in un'interessante intervista del febbraio 2007 - in modo tutto sommato tradizionale, gli altri in genere no. Credo che il genere più appropriato sia quello cosiddetto di 'narrativa speculatva', che include anche sci-fi e fantasy". Nelle pagine di "L'Era di Sinatra", che è il seguito del romanzo culto "Motorman" che Ohle pubblicò nell'ormai lontano 1972 , ci sono però anche molti riferimenti alla politica e all'attualità, oltre a frequentissimi richiami all'omicidio di John F. Kennedy, episodio che, per ammissione dello stesso romanziere, "è stato un evento di enorme importanza nella mia vita, proprio nel momento in cui stavo iniziando a scrivere seriamente". E nelle pagine del libro si scopre che la religione ufficiale degli Stati Uniti è il culto di Arvey, ossia Lee Harvey Oswald, che continua a proclamarsi innocente dall'accusa di avere sparato al presidente Kenny.
Ancora più attuali poi i riferimenti al governo oppressivo e umorale del presidente Ratt, paragonato da Bonaldi al Rufus T. Firefly di Groucho Marx, che domina con falsa benevolenza la vita del Paese e crede nel principio del "tutto in equilibrio". Moldenke sarà coinvolto, sebbene senza eccessivo slancio, in un complotto contro il leader che però, gattopardescamente, alla fine non produrrà grandi cambiamenti di linea politica. "Per me Ratt - ha detto Ohle - rappresenta ciò che c'è di implicitamente oppressivo in tutti i governi". Poi la stoccata a Bush: "Per quanto riguarda quello attuale, tutto considerato, è il peggiore, più distruttivo, più antiamericano, più razzista governo della storia americana, e non solo per il disastro in Iraq". Ma anche nelle situazioni più disperate, sembra dirci il romanzo di Ohle, conviene continuare a coltivare la nostra umanità.