21 aprile 2008

Sera

Nella miopia di un riflesso nel vetro
Sembro un ritratto triste di El Greco
Spigoloso e asimmetrico nel pallore
Dell’impietosa luce al neon
Che irradia il campo profughi semiserio
Del treno ad alta frequentazione

Fuori, sotto le torri di Garibaldi,
Regna la pace mistica e assoluta
Aria di terra santa nella striscia incolta
Recintata d’alluminio
Che crea l’armonica separazione
Tra il glamour e la poesia dei luoghi

Le luci arancione hanno il profumo fresco
Della felicità in versione curtain-wall
E io assaporo, quieto fino all’ebbrezza,
L’incanto della città che smette di pulsare
E resta, nuda meravigliosa e assente,
A fissarmi come se fosse un sogno.
L’ultimo di un sonno pieno e generoso