Che cosa c'è di più indicibile di ciò che accade alla fine
di una scazzottata violenta in un sordido bordello di Acapulco, lontano dagli
alberghi per i turisti internazionali, in piena notte, dopo una lunga partita a
carte nella quale uno straniero, che avrebbe dovuto rivestire il ruolo di
vittima predestinata, ha vinto l'intera posta e ora se ne vuole andare, insieme
al giovane figlio, portandosi via la vincita. Tutti possiamo immaginare le
scene peggiori: lame di coltello, spari, se volete anche degli spaventosi
sacchi nei quali fare sparire dei corpi, abbandonati in un cortile che con il
buio è antro di sesso e mistero, ma che, con la luce dell'alba, non potrà fare
altro che rivelarsi nella sua infinita miseria e inutile bruttezza, un posto
ridicolo nel quale morire, un posto in cui morire sembra inevitabile. Già
perché stiamo parlando di un racconto di Roberto Bolaño, Ultimi
crepuscoli sulla Terra, testo meraviglioso, enciclopedico (nel senso
delle suggestioni poetiche del suo autore), astuto, costruito, reticente.
Insomma perfetto, anche e soprattutto nel decidere di fermarsi allo scoppio
della rissa, lasciando, dopo averlo corteggiato in maniera quasi intollerabile
per lunghe pagine, che nei fatti l'indicibile resti tale.
Di Bolaño, ormai a tutti gli effetti una leggenda
anche per il mainstream (e qui si dovrebbe aprire una parentesi infinita per
provane a -non- capire la storia di un poeta abbastanza scadente che a un certo
punto della propria vita e della propria malattia decide di mettersi a scrivere
dei romanzi e dei racconti per 'fare soldi' e mantenere i propri figli, e così
facendo segna una pietra miliare nella letteratura contemporanea... E' una
storia lunga e soprattutto nota, ma ricordarla, specialmente se si sta parlando
dei racconti di Bolaño è sempre utile), si è scritto moltissimo e ora che
Adelphi ripubblica tutte le opere dello scrittore cileno il rischio è quello di
pensare di essere arrivati, di avere capito tutto ciò che c'era da capire. E
aprendo l'ultimo arrivato, la raccolta di racconti Puttane
assassine del 2001, nella traduzione di una bolaniana doc come Ilide
Carmignani, molte manifestazioni del talento e del mestiere dello scrittore
appaiono chiaramente leggibili. Le storie sono trappole per il lettore, gorghi
letterari nei quali si sprofonda in virtù della concessione di plausibilità che
noi, con ingenua onestà, concediamo a Bolaño. Sia chiaro, trappole
splendenti, nelle quali finire prigionieri è liberatorio e felice, ma pur
sempre meccanismi narrativi in molti casi esposti, che il nostro occhio però,
troppo impegnato a combattere contro il senso di minaccia incombente e a
divorare il racconto, potrebbe scegliere di non vedere.
E quando il lettore smaliziato, seppur innamorato
di Bolaño, incappa in una fase come "Le ore successive sono
confuse", sa, lo sa con certezza, che queste cinque parole sono figlie
dell'abilità affabulatoria del cileno. Ma poi, fermandosi un attimo a
riflettere (centellinare la lettura di Bolaño può essere una buona strategia,
prendersi delle pause, per quanto difficile), può capitare di accorgersi che,
in realtà non si tratta solo di quell'utile fumo che si spara in aria per
creare senso di mistero, bensì qualcosa che va più in fondo, che ha a che fare
con l'effettiva difficoltà di percepire e vivere ciò che chiamiamo realtà...
Insomma, vista sotto una certa angolazione e - direbbe W.G. Sebald - in certe
condizioni di luce, la frase diventa assolutamente "vera",
e Bolaño, come fanno gli scrittori di razza (provate a pensare per un
secondo a Franz Kafka, solo per fare un esempio clamoroso) risponde attraverso
una narrazione che potrebbe sembrare quasi di genere a domande che riguardano
le esperienze private e individuali (spesso segrete, crediamo ingenuamente) di
tutti noi. E soprattutto, e qui sta il meglio, lo fa alla maniera
di Bolaño. Se fosse una operazione di marketing pianificata sarebbe il
capolavoro definitivo. Ma, per fortuna (?), è solo letteratura.
"Mentre mangiano il padre di B guarda B come se
cercasse una risposta. B regge il suo sguardo. Telepaticamente gli dice: non
c'è risposta perché la domanda non è valida. La domanda è idiota". Quali
che siano i contenuti di questo dialogo silenzioso è irrilevante, quello che
conta è che il dialogo esiste e che, in buona parte, ci riguarda. Sempre.