Tutto quello che non sapremo mai e che ci ruota intorno.
Possiamo parafrasare Jovanotti per provare a descrivere che giorno è questo
giorno come tutti gli altri nel quale cade, è il 12 settembre, il settimo anniversario della morte di David
Foster Wallace. Certo, il verso successivo della canzone, che recita "mi
tiene vivo" non fa al caso nostro, ma forse sì, perché dopo le
celebrazioni, i santini, la commozione degli amici e dei lettori, intorno a
Wallace e al suo genio, di cui davvero non sapremo mai nulla (e questa
ignoranza è preziosa, nel suo
distoglierci dallo spazio infinito dell'opinione e dell'opinabile per lasciarci
concentrare sul testi, sulla altrettanto complessa ma fattuale bibliografia di David) comincia a dirada rsi la nebbia dell'incenso, i semplici curiosi si
stancano di stare a guardare e se ne vanno, il tempo edulcora il pudore di chi,
a cada vere ancora caldo, non voleva
rischiare il cattivo gusto di una critica… La Storia insomma fa il suo corso, come sempre incurante degli intercambiabili attori.
Questi sette anni ci ricordano, con una bella dose di peloso senso comune, che
siamo tutti utili e nessuno indispensabile, e che prima o poi toccherà a tutti
la fortuna di venire dimenticati.
Non è un caso, o così almeno a me pare (mentre ci rifletto
sperduto in mezzo alla folla dell’Esposizione universale e sento franare il
piccolo mondo dorato del mio preziosissimo ombelico da scrittore) che Jonathan
Franzen, l’amico e simil alter-ego di
DFW, abbia pubblicato in questi giorni intorno alla data dell’anniversario
wallaciano il suo ultimo romanzo Purity,
che la stampa di tutto il mondo ha immediatamente celebrato come finalmente "popolare", mettendo con
velocità strabiliante una pietra sopra a un capolavoro "intellettuale" come Le
correzioni. Tanto da farmi venire il dubbio che gli elogi di un tempo
fossero, se non proprio falsi, almeno figli di una postura non esattamente
spontanea… Quale che sia la verità, e se parliamo di letteratura ce ne sono
sempre di diverse ed ugualmente valide, resta il fatto che adesso le ceneri di
David sparse nell’Oceano sono davvero scomparse alla nostra vista. E finalmente
gli possiamo volere bene senza appigli,
senza scuse e senza sconti.
Ciao!
Ciao!