"Il narratore cominciò a profferire parole non perché gli altri rispondessero altre prevedibili parole, ma per sperimentare fino a che punto le parole potevano combinarsi l'un l'altra, generarsi una dall'altra: per dedurre una spiegazione del mondo dal filo d'ogni discorso-racconto possibile, dall'arabesco che nomi e verbi, soggetti e predicati disegnavano diramandosi gli uni dagli altri".
Italo Calvino, Cibernetica e fantasmi
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