Luoghi d'Italia letti dall'obbiettivo nitido e visionario di uno dei più grandi fotografi del nostro Paese. La mostra "Perdersi a guardare", che si inaugura oggi presso il Centro internazionale di fotografia Forma di Milano, è un omaggio a Mimmo Jodice e al suo lavoro trentennale, che si concentra però solo sugli scatti italiani del fotografo. Un viaggio che, nelle parole di Jodice stesso, racconta l'Italia "non nella sua quotidianità, ma attraverso un percorso che segue l'immaginazione e che comprende le mie visioni e le mie inquietudini". Il risultato sono 160 immagini di grande formato e grande impatto, sospese in quello spazio in cui abbondano le emozioni e mancano sicuri riferimenti temporali, che è la cifra stilistica del maestro napoletano.
Torino, Napoli, Stromboli, Milano, le architetture, i reperti archeologici, i luoghi più famosi rivisitati dallo sguardo di Jodice: il suo viaggio attraverso Italia è articolato in periodi diversi e le immagini, nate senza l'idea di essere raccolte in un unica esposizione, sono legate tra loro da rimandi sottili e a volte imprevedibili. Un'ambiguità affascinante che lo stesso Jodice eleva quasi a forma programmatica del suo lavoro: "Le fotografie - ha spiegato sorridendo - un po' sono quello che sembrano piuttosto che quello che sono". Una considerazione solo apparentemente ironica, come i suoi scatti stanno a dimostrare, e l'Italia che ci raccontano è un Paese che sembra magico, quasi irreale nella sua bellezza.
"L'Italia in questi trent'anni - ha detto Jodice, timido e cortese sotto la barba bianca - è cambiata, non in meglio. Le città sono invase da automobili, cartelloni pubblicitari e ci manca lo spazio per contemplare, ci manca il dialogo con la città. La bellezza dei luoghi la sento tradita e vorrei avere la bacchetta magica per ripulire, per ridare visibilità agli spazi e alla storia contenuta nei luoghi". Forse la bacchetta magica Jodice non la possiede, ma nelle sue fotografie ha la capacità di catturare il fascino e il mistero dei luoghi, sia che si tratti di fabbriche, strade suburbane, o di piazza San Pietro e dei musei archeologici. "Mimmo Jodice - ha detto la curatrice della mostra milanese, Alessandra Mauro - ci insegna a guardare, per esercitare una visione che sia autentica, profonda, lontana dagli stereotipi". Provare per credere.
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