20 febbraio 2008

Il lato oscuro dell'economia

Un mondo governato da forze oscure, nel quale la democrazia genera schiavitù e impoverimento e il consumismo assurge a unico valore. Loretta Napoleoni, economista ed esperta internazionale di terrorismo, traccia un quadro fosco dell’attuale situazione globale in un importante saggio, Economia canaglia edito da Il Saggiatore, che solleva il velo su una realtà fatta di schiavitù, sfruttamento e violenza nel quale la politica è stata accantonata per lasciare spazio a una fase di transizione selvaggia che stiamo ancora attraversando.

Un’operazione, quella portata avanti da Napoleoni, che ricorda il film Matrix, nel quale il protagonista scopre che la realtà nella quale ha sempre vissuto è un falso, e tutta l’umanità è solo un ingranaggio nelle mani di esseri alieni mostruosi. Lo stesso, secondo Loretta Napoleoni, accade a noi: l’economia canaglia ci vende bugie, la democrazia produce schiavitù, l’oro dei nostri gioielli gronda del sangue dei bambini congolesi. Uno scenario da incubo, pauroso come l’immagine del demone alato che campeggia efficace sulla copertina del libro, che forse sarebbe più facile fingere di ignorare. “Ma io credo che adesso ci si voglia svegliare – ci ha detto Napoleoni in un incontro a Milano – è un buon momento per svegliarsi, non cambieremo il mondo, ma possiamo almeno cominciare a proteggerci”.

“L’economia canaglia – scrive Napoleoni nell’introduzione del libro - è un fenomeno ricorrente nella storia, spesso legato a grandi e improvvise trasformazioni delle società. E’ proprio nel corso di questi mutamenti radicali che i politici tendono a perdere il controllo dell’economia. E quest’ultima diventa una sorta di entità autonoma, di strumento banditesco nelle mani di attori nuovi e spregiudicati”. Mutamenti, nel nostro caso specifico, che hanno preso avvio con la caduta del muro di Berlino e con l’ondata di lavoratori a basso costo che si è riversata in Occidente. Da quel momento, rotti i freni politici, l’economia canaglia ha preso il sopravvento e governerà la fase di transizione fino a quando si riuscirà, secondo l’economista, a stabilire un nuovo contratto sociale. “E’ difficile dire quali saranno i termini di questo contratto – ha spiegato Loretta Napoleoni a Kilgore – ma io credo che ci sarà una maggiore distanza tra politica ed economia rispetto allo Stato-nazione. In particolare credo che lo Stato manterrà il controllo sulla politica estera e monetaria, ma non ci sarà più la redistribuzione territoriale del reddito”. Un nuovo contratto sociale che, secondo l’analisi di Napoleoni, sarà siglato lontano dall’Occidente, ormai in decadenza, e avrà il volto della Cina (“l’unico Paese completamente diverso da noi” secondo l’economista destinato proprio per questo a prevalere anche sul modello indiano) e della finanza islamica, fenomeno che si imporrà all’interno del “tribalismo economico”, proprio per il suo richiamo a dei valori etici che l’economia canaglia ha abbandonato.

“La Sharia – ci ha detto Loretta Napoleoni – è una legislazione altamente etica, è ovvio che le sue degenerazioni nel talebanismo sono negative, ma non c’è nulla nella Sharia che stabilisca, per esempio, l’inferiorità delle donne”. E delle regole etiche insite nella legge islamica secondo Napoleoni abbiamo bisogno: per esempio perché impedisce di praticare l’usura o sfruttare la prostituzione, che invece sono due delle degenerazioni più comuni e devastanti dell’economia canaglia. Quello che è certo è che leggendo le pagine di Loretta Napoleoni si ha una fortissima percezione della decadenza dell’Occidente, che sembra essere irreversibile.

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